FLASHBACK
La
casera avariciosa nos avisa del cobro.
Hay que
pagar por la infancia alquiler de por vida,
la actualización
constante de aquello que fuimos,
la
abrupta irrupción de escenas antiguas
en el
día falso que hierve en la olla de hoy.
La talla
menuda te acerca de niño a la tierra mojada
que deja
huella indeleble en el olfato abisal
cuando
todo era por primera vez, todo era estreno
y hoy
acentos precoces del sistema límbico
nos
visitan constantes con su iniciático orgullo.
Portamos
el lacre del viaje supremo
de la
infalibilidad al error,
de la
blanca inocencia a los ocres grasientos.
Sea como
fuere, se vuelve y se vuelve
y acaso
solo somos ahora un fluido retorno
de todo
lo que fue solo una vez
y luego
es siempre lo mismo.
FLASHBACK
L’avida padrona di casa ci avverte dell’addebito.
Si paga a vita l’affitto per l’infanzia,
il costante aggiornamento di ciò che eravamo,
la brusca irruzione di scene antiche
nel giorno falso che bolle nella pentola d’oggi.
Essere piccoli ci avvicina da bambini alla terra
bagnata
che lascia un segno indelebile nell’olfatto abissale
quando tutto era per la prima volta, tutto era esordio
e oggi gli accenti precoci del sistema limbico
ci visitano costanti con il loro orgoglio
iniziatico.
Portiamo con noi il sigillo del viaggio supremo,
dall’infallibilità all’errore,
dalla bianca innocenza agli ocra oleosi.
Sia come sia, si torna e si ritorna
e forse noi solo siamo ora un fluido ritorno
di tutto ciò che è stato una volta sola
e poi è sempre lo stesso.
METRAJE
Quiso el
siglo para él
una vida
de relámpago,
caña de
azúcar que siegan los braceros.
Quiso el
siglo para ella
una vida
de Orinoco lento, resiliente.
Nadie puede
predecir
cortometrajes
destilados
o
largometrajes de Hollywood.
Haz de tu
vida un arte
porque no sabemos.
METRAGGIO
Volle il secolo per lui
una vita di lampi,
canna da zucchero raccolta dai braccianti.
Volle il secolo per lei
una vita lenta, come l’Orinoco, resiliente.
Nessuno può prevedere
i distillati cortometraggi
o i lungometraggi hollywoodiani.
Fa della tua vita un’arte
perché non sappiamo.
PLANO
SECUENCIA
Vivimos en
un plano secuencia permanente,
en la
vorágine imparable de estar vivos,
sin
trucos, sin storyboards,
sin
posibilidad de repetir la toma,
en el
desorden de los otros
que
entran y salen de la escena
con
velocidad y aleatoriedad infinitas,
improvisando
todo, decidiendo siempre,
sin
hiatos ni elipses, mostrando las cartas,
tirando
para adelante desde el segundo anterior,
desde la
posición anterior,
desde el
postrer significado
porque
lo que somos no se ve, no tiene imagen,
quizás
tan solo un atisbo en el espejo,
sin más
desarrollo de la acción
que la
conciencia viva personal,
comunitaria
e incluso planetaria,
cambiando
de ropaje a través de los desnudos,
envejeciendo
a base de tiempo,
llegando solo después de hacer camino.
PIANO SEQUENZA
Viviamo in un piano sequenza permanente,
nel vortice inarrestabile dell’essere vivi,
senza trucchi, senza storyboard,
senza possibilità di ripetere l’inquadratura,
nel disordine degli altri
che entrano ed escono dalla scena
con infinita velocità e casualità,
improvvisando tutto, decidendo sempre,
senza iati o ellissi, mostrando le carte,
tirando avanti dal secondo precedente,
dalla posizione precedente,
dall’ultimo significato
perché ciò che siamo non si vede, non ha
immagine,
forse solo un’occhiata allo specchio,
senza altro sviluppo d’azione
che la viva coscienza personale,
comunitaria e persino planetaria,
mutando d’abito solo se nudi,
invecchiando solo col tempo,
arrivando solo alla fine di un viaggio.
Bernardo Santos. La tempesta del tempo / El vendaval del tiempo. Ed. Ensemble. 2024
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